Carlo Bertolazzi |
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Nato a Rivolta d'Adda nel
1870 fu autore di numerose commedie dialettali di stampo verista, nelle quali
analizzò con un'amara vena popolare l'ambiente dei diseredati della Milano
del tardo Ottocento. Di estrazione borghese, per
un certo periodo esercitò l'attività forense, per dedicarsi in seguito a
quella notarile. Fu critico teatrale del Guerin Meschino e del quotidiano
Sera. Il suo esordio come autore
avvenne con il dramma "Mamma Teresa" nel 1888; seguirono "La
trilogia di Gilda" l'anno dopo e "La lezione per domani" del
1890. Si diede quindi alla
produzione di una drammaturgia dialettale, nella quale attinse ai vertici
della sua arte. Domina nei suoi drammi la
coralità ed epicità della rappresentazione, nella quale si inseriscono varie
vicende individuali: in questo senso e per questo motivo Strehler ed il
Piccolo Teatro ne furono gli interpreti più attenti. |
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La sua produzione, anche quella in lingua italiana, non attirò l'attenzione dei contemporanei, benché in essa si ravvisasse un senso morale e sociale ricco di modernità. Alla produzione in lingua si diede allorché giunse alla conclusione della impossibilità di una produzione dialettale che avesse reale spessore drammatico. Tra le opere ricordiamo “El nost Milan", rappresentata dal Piccolo nel 1963, divisa in due parti ("La povera gent"e "I sciori", le cui prime rappresentazioni avvennero rispettivamente nel 1893 e nel 1895). "La gibigianna" (scritta e rappresentata per la prima volta nel 1898), "L'egoista" (1901). "Lulù" (scritta e rappresentata per la prima volta nel 1903). Tra le ultime opere: "Lorenzo e il suo avvocato" del 1905 e "La zitella"del 1915. Morì a Milano 1916. |
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Davide Carnaghi,
Gaetano Sodio e la Malinverni ritratti in
occasione della “prima” di “El nost Milan” al Teatro Carcano il 6 febbraio 1893. |
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